U Sinnacu di Palermo per antonomasia – spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese -, in un immenso mare di successi, distingue i suoi errori e le sconfitte. “Enigma Palermo” è il libro della storia e della politica del capoluogo siciliano in un quadro internazionale. Accadimenti e scelleratezze, successi di governo e delusioni sono affrontati da Orlando insieme a Costanze Reuscher
IIn tal senso possiamo dire – continua Paolo Battaglia La Terra Borgese – che Leoluca Orlando, se per un verso conclude un fecondo periodo (22 anni sindaco) di una storica «vicenda» amministrativa, palermitana ed europea, per un altro apre nuove prospettive di lavoro, verso le quali non a caso oggi si rivolgono diversi nuovi sindaci, anche quando alcuni di essi ripropongono soltanto «echi» di importazione orlandiana.
L’affermazione, così cara del resto allo stesso Orlando -precisa Paolo Battaglia La Terra Borgese -, di essere stato e di continuare ad essere (e a ragione) a Palermo il promotore della fotografia dei vizi, dei meriti e dei pregi di questa città, potrebbe per certi aspetti essere scambiata con una delle tante classifiche di comodo, che alla resa dei conti debilitano in una formula «più o meno suggestiva» un discorso che invece richiederebbe – come richiede – un approfondimento di merito.
Non è male quindi ricordare che, quando ormai a Palermo le speranze, con accentuazioni tonali, si andavano esaurendo in testimonianze più o meno valide, il «tonalismo» evocativo di Leoluca Orlando rischiava, a lungo andare, di generare in altri solo abusi e ripetizioni. Ma U Sinnacu, invece, in quella situazione veniva a segnare una svolta decisiva nella grammatica amministrativa palermitana – parola di Paolo Battaglia La Terra Borgese -.
In ciò -spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese -, raccogliendo il meglio di un recente passato, Orlando si è mosso su una linea di perfetta coerenza, approfondendo via via i termini della sua «grammatica» ed i motivi dei suoi fattori stimolanti, sia nell’ampliamento dei motivi, sia nell’affinamento dei mezzi espressivo-culturali; ed in questo senza mai tradurre in maniera ciò che per altri – abituati alla superficialità delle annotazioni – potrebbe apparire il «facile gioco», come altri fanno. Ma il facile gioco di Leoluca era ed è di sentirsi autenticamente legato alla eredità di una tradizione, intesa come civiltà sempre da rinnovare; era ed è di trovarsi in possesso di rare capacità tecniche della politica; e soprattutto era ed è di vivere intensamente tutto il dramma delle inerzie di lingua politichese in una problematica di vigoroso sapore umano. Quelle inerzie che è forse dato ad ogni essere di escogitare nella propria mente, ma che solo al Sindaco è concesso di tradurre in immagini, ed in immagini significanti.
Se nella memoria ripetiamo il viaggio patrocinatore della audace avventura di Orlando -ricorda Paolo Battaglia La Terra Borgese -, ci accorgiamo come, tra le visioni lungimiranti, il tram, le politiche inclusive, tra l’attenzione ai meno fortunati, la restituzione del centro storico alla vita, l’apertura degli spazi pubblici restituiti alla collettività e tantissimo altro ancora, una carica sentitamente umana affiori sempre dalle pagine che oggi costituiscono una preziosa lettura intitolata “Enigma Palermo”, nello spirito del nostro tempo.
Comprenderemo allora che la sua opera – avanza Paolo Battaglia La Terra Borgese – può veramente definirsi onesta e leale, in quanto non bisogna assolutamente trascurare di individuare nelle stesse soluzioni formali quelle continue ripercussioni umane, che hanno sempre sollecitato U Sinnacu alla creazione, a dare cioè – per dirla con G. B. Vico – «senso e passione» a cose condannate come inanimate o senza rilievo.
Qui si specifica e si qualifica la proiezione esistenziale di comunità cittadina di Leoluca Orlando che, immerso come è, nei fatti della realtà, nelle esigenze di tutti, ha sempre agito con vigore e determinazione competente.
Occorre tuttavia intendersi – dice Battaglia La Terra Borgese – sulla «nota» esistenziale che certamente risuona nelle amministrazioni di Orlando. Quanti vorrebbero sistemare la sua produzione nell’alveo esclusivo di partiti politici, compiono a mio giudizio un errore fondamentale.
Il mondo politico di Orlando non ha infatti alcunché di quell’atteggiamento destrorso o sinistrorso così a lungo perseguito da certi politicanti amanti degli slogan beccavoti e che si divertono ad esaltare in una esasperante monotonia il senso della provvisorietà e della decadenza dell’uomo nella vita. Al contrario in Leoluca Orlando circola un afflato spiritualistico che, trasfigurandosi in atto di fede, vuole operare per il bene dell’umanità – conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese.