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Da Pasolini a Tarkovskij, passando per Grieco, Corbucci e Zeffirelli, Tuscania, negli anni, è
stata protagonista del cinema internazionale e la Chiesa di Santa Maria Maggiore è al
centro dell’identità di questa antichissima terra. La chiesa come narrazione e traduzione di
una comunità, di una visione artistica e architettonica non solo religiosa. Edizioni
Archeoares, dopo aver dedicato alcune importanti pubblicazioni a luoghi di culto che
hanno segnato la storia più profonda di città come Viterbo, sede del primo conclave, o
Carbognano, terra di Giulia Farnese, questa volta ha scelto di trattare di uno dei
monumenti romanici più emblematici del centro Italia. Fulvio Ricci, direttore del Museo
del Costume Farnesiano di Gradoli e saggista, esplora con assoluta dovizia di particolari la
chiesa di Santa Maria Maggiore di Tuscania, monumento che non ha mai goduto di una
sistematica e puntuale analisi.
Il presente lavoro si propone di chiarire, almeno in gran parte, momenti essenziali della
fondazione dell’antica chiesa, della sua storia architettonica e artistica, nonché del suo
fondamentale ruolo religioso, storico e politico, autentico presidio culturale, nell’ambito
della comunità tuscanese. Una ricerca che si è avvalsa delle fonti edite e inedite ma, in
particolare, di un nuovo, puntuale, esame autoptico e critico dell’edificio e del suo ricco e
complesso apparato decorativo.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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